Le cascine della Valle Padana di Maurizio De Paolis, Presidente dell’Associazione Romana di Studi giuridici

Sussiste uno stretto rapporto tra le architetture rurali e l’agricoltura tradizionale radicata da tempo immemorabile in tutte le regioni del nostro Paese. Si tratta di costruzioni a tal punto rilevanti da essere elevate al rango di beni culturali per la loro testimonianza storica e che contribuiscono al rilancio di importanti settori dell’economia nazionale come l’agricoltura e il turismo in progressiva espansione.

 

Le cascine si identificano in una struttura agricola tipica di alcune zone della Pianura Padana e più precisamente dell’area lombarda, piemontese (centrale e orientale) ed emiliana (Ravenna, Ferrara e Piacenza).

Il precursore storico della cascina si deve ricercare nella villa rustica romana e nella grangia medioevale.

Le cascine più antiche risalgono a un’epoca storica compresa tra il millequattrocento e il milleseicento quando presentavano l’aspetto di vere e proprie fortezze con grosse mura perimetrali, torri, fossati e persino ponti levatoi necessari per difendere i contadini dalle incursioni di bande armate.

La massima diffusione delle cascine si ebbe tra il XVIII e il XIX secolo epoca alla quale risale la maggior parte degli edifici attualmente visibili. Tale sviluppo si deve mettere in correlazione con una nuova organizzazione della produzione agricola che nella cascina aveva trovato un saldo punto di riferimento.

La cascina si caratterizza per una grande fattoria collocata al centro di aziende agricole normalmente di vasta estensione con una superficie compresa tra i quaranta e i cinquanta ettari e con punte sino a cento ettari soprattutto nella “bassa padana”.

Di solito nella cascina erano presenti stalle, fienili, granai, pozzi, fontane, caseifici, magazzini, mulini e le abitazioni per i contadini riunite in un’unica struttura. Nelle cascine di maggiore dimensione vi erano anche l’osteria, la scuola e una chiesa. Pertanto, si trattava di aziende agricole autosufficienti sparse nella campagna e distanti qualche chilometro le une dalle altre e dai centri abitati.

A partire dall’inizio del Novecento dello scorso secolo le cascine sono state progressivamente abbandonate per effetto del trasferimento di massa dei contadini dalla campagna alla città quale effetto primario dell’espansione dell’economia industriale.

Ai nostri giorni numerose cascine sono state recuperate e si sono trasformate in scuole ed edifici comunali adibiti a servizi di pubblica utilità.

In altri casi le antiche cascine della valle padana sono divenute villette a schiera, ristoranti e alberghi.

Tuttavia la loro presenza nelle campagne come aziende agricole è ancora ampiamente diffusa anche se le famiglie contadine preferiscono risiedere nei centri urbani. Di frequente le predette aziende organizzano la vendita al dettaglio dei loro prodotti trasformandosi in farmers markets con una clientela in costante espansione.

Per completezza di trattazione bisogna ricordare che molte delle antiche cascine si sono trasformate in aziende agrituristiche.