Focus I beni culturali immateriali italiani. L’arte dei muretti a secco. Di Maurizio De Paolis, Presidente dell’Associazione Romana di Studi Giuridici

L’arte dei muretti a secco

L’Unesco ha iscritto l’arte dei muretti a secco nella lista degli elementi immateriali dichiarati patrimonio dell’umanità. Si tratta di un bene culturale immateriale transnazionale poiché interessa otto Paesi europei: Italia, Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.

L’arte del dry stone walling riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture realizzate ammassando le pietre l’una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra a secco.

Si tratta di uno dei primi esempi di manifattura umana ed è presente a vario titolo in quasi tutte le regioni italiane sia per fini abitativi che per scopi collegati all’agricoltura, in particolare per i terrazzamenti necessari alle coltivazioni in zone particolarmente scoscese.

Le strutture a secco sono sempre realizzate in perfetta armonia con l’ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura.

I muri a secco svolgono un ruolo essenziale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l’erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l’agricoltura.

La pratica costruttiva viene trasmessa principalmente attraverso l’applicazione di tecniche adattate di volta in volta alle particolari condizioni del luogo in cui vengono realizzati tali manufatti.

Il regolamento per la riqualificazione del patrimonio edilizio edito dalla Regione Liguria prescrive che “il ripristino dei muri di sostegno deve attuarsi senza utilizzo di malta ma con l’inserimento, ad opera ultimata, di una eventuale rete geo sintetica di rinforzo non visibile, avendo l’accorgimento di convogliare opportunamente le acque meteoriche e di reimpiegare in modo opportuno le pietre pericolanti”.

In Sardegna il piano paesaggistico regionale prevede la tutela dei muri a secco esistenti.

In Toscana non mancano i bandi per il loro recupero e in Sicilia il nuovo PSR 2014-2020 prevede finanziamenti a loro favore.

La giunta della Regione Puglia, con la Deliberazione n.1544/2010, ha approvato le indicazioni tecniche per gli interventi di ripristino dei muretti a secco nelle aree naturali protette e nei siti Natura 2000, erogando contributi nel quinquennio dal 2007 al 2013 (azione 1, misura 216 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013). Tra i motivi che hanno spinto alla tutela e al ripristino di queste unicità del territorio pugliese vanno considerati i loro diversi aspetti ecologici, storici e paesaggistici. Si deve ricordare che la Puglia è una delle regioni italiane in cui la diffusione delle costruzioni a secco ha dato vita a tipologie edilizie uniche come ad es. i famosi trulli i cui muri costituiscono da centinaia di anni un elemento caratterizzante del paesaggio rurale.

Per maggiori notizie sulla categoria dei beni culturali immateriali si consulti il sito www.arsg.it Focus Patrimonio culturale nazionale ove sono pubblicati i seguenti articoli di Maurizio DE PAOLIS:

I beni culturali immateriali nel diritto nazionale.

I beni culturali immateriali nel diritto internazionale.

I beni culturali nella globalizzazione del diritto.

I beni culturali immateriali italiani patrimonio dell’umanità fonti di sviluppo per le comunità locali.

Focus “I beni culturali immateriali italiani. L’opera dei pupi siciliani”.

Focus I beni culturali immateriali italiani. Il canto a tenore della cultura pastorale sarda”.

Focus “I beni culturali immateriali italiani. L’artigianato tradizionale del violino nella città di Cremona”.

Focus “I beni culturali immateriali italiani. Celebrazione delle grandi strutture processionali a spalla”.

Focus “I beni culturali immateriali italiani. La pratica agricola tradizionale di coltivare la vite ad alberello nella comunità dell’isola di Pantelleria”.

Focus “I beni culturali immateriali italiani. La dieta mediterranea”.

Focus “I beni culturali immateriali italiani. La falconeria”.