IL RISARCIMENTO DEL DANNO NEL PROCESSO CIVILE, AMMINISTRATIVO, AMMINISTRATIVO – CONTABILE, PENALE, TRIBUTARIO

RISARCIMENTO IIIl principio di economicità qualifica normalmente comportamenti ispirati a criteri di parsimonia e, con riguardo all’ amministrazione pubblica, può riferirsi indifferentemente ai modi di organizzare gli uffici e i servizi, al lavoro dei dipendenti ovvero alla utilizzazione delle risorse finanziarie ed umane a disposizione in un determinato momento storico. Senso della misura ed equilibrio nella organizzazione e nell’uso delle menzionate risorse sono formule particolarmente utili nella cura della res publica, considerato anche che risulta endemica la scarsezza di ogni tipologia di mezzi a disposizione della P. A., a fronte della quale si contrappongono obiettivi sempre più complessi che devono essere perseguiti dai pubblici apparati onde allinearsi agli standars degli altri Paesi aderenti all’Unione europea.

Il principio di economicità rientra, a pieno titolo, nei canoni di vertice dell’azione amministrativa insieme ad altri principi quali l’efficienza, l’efficacia, la pubblicità, l’obbligo di conclusione dei procedimenti nei termini prefissati dall’ordinamento, l’obbligo di motivazione dei provvedimenti, la partecipazione dei soggetti privati all’attività amministrativa, la sussidiarietà verticale e orizzontale. L’eventuale confliggenza tra tali principi viene risolta attraverso il così detto bilanciamento, che si avvale di una tecnica di ponderazione degli interessi fondata su una gerarchia assiologica mobile, ricavabile sia dall’analisi interpretativa delle norme vigenti e dall’analisi soggettiva del singolo caso concreto.

Diverso è il rapporto intercorrente tra il principio di economicità e quello di legalità. Tutta l’attività amministrativa, benché caratterizzata dalla discrezionalità, non risulta mai propriamente “libera”; infatti, i fini che si debbono perseguire e gli interessi da soddisfare devono essere ricavati, prima di tutto, dalle fonti legislative e regolamentari e eventualmente, da qualche altro tipo di parametro a condizione che la legge lo preveda o comunque lo consenta. Tutto ciò per permettere il controllo e il sindacato svolti dagli organi giurisdizionali e di controllo. Nel solco scavato, sia pure ancora in superficie, dalla riforma della pubblica amministrazione in senso efficientistico e manageriale, una corrente di pensiero, afferente alla new pubblic management, ha preteso di ricavare dai nuovi testi normativi prodotti in maniera a dir poco alluvionale a partire dalla L. n. 421 del 1992, una diversa gerarchia dei principi generali dell’azione amministrativa. In buona sostanza, la regola dell’economicità, congiunta a quella dell’efficacia e dell’efficienza, riconducibili all’art. 97 della Costituzione finirebbero per sopravanzare e, in alcuni casi, per contrapporsi al canone della legalità. Sebbene il nostro ordinamento giuridico si caratterizzi per una certa ipertrofia, soprattutto per quanto attiene alle regole amministrative, non può essere consentita la disapplicazione di quelle disposizioni che prevedono il rispetto del principio di legalità: quindi il principio di economicità può sempre operare con modalità esplicative ed integrative del principio di legalità ma giammai contrapporsi, prevalendo su quest’ultimo. Purtroppo, il principio di legalità viene certe volte “oscurato” e, per certi versi, dimidiato dalla pletorica legislazione esistente, spesso caratterizzata da norme sovrabbondanti, se non addirittura contrastanti tra di loro. Ma questo tipo di problema rientrando nell’alveo della tecnica legislativa, potrebbe essere risolto mediante un nuovo modo di legiferare più attento all’analisi dell’impatto che le leggi hanno con il tessuto sociale nelle sue diverse articolazioni.

In questo scenario si inserisce il libro che analizza il danno così come emerge nei diversi tipi di processo che caratterizzano l’ordinamento giudiziario del nostro Paese.

Tutta l’opera è stata aggiornata con una serie di riferimenti legislativi, giurisprudenziali e dottrinari in modo da fornire al lettore uno strumento pratico ed operativo al pari della prima edizione del libro. Con questo lavoro è stata colmata una lacuna nel panorama editoriale del nostro Paese, in quanto si sentiva e si sente la necessità di disporre di un libro connotato da una struttura interdisciplinare che offra ad avvocati, magistrati, dirigenti e funzionari della P.A. una esaustiva panoramica del danno e della sua risarcibilità viste da diverse angolazioni processuali.

La seconda edizione del volume si caratterizza per l’integrale rifacimento della Parte Terza relativa al danno nel processo amministrativo – contabile che oltre ad essere stata completamente riscritta risulta anche notevolmente ampliata in modo da offrire un esauriente panorama sulle conseguenze derivanti dalla responsabilità amministrativa e contabile che gravano in maniera pesante sui dipendenti e amministratori pubblici. Ci si sofferma in modo particolare: sul contenzioso giudiziario contabile nelle autonomie locali per le attività discrezionali dei dipendenti e degli amministratori; sul danno all’immagine della P.A.; sulle opere pubbliche (progettazione, esecuzione e collaudo) dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici; sulle spese di rappresentanza degli enti locali; sulla utilizzazione di somme di denaro a destinazione vincolata e dei fondi comunitari; sulla responsabilità amministrativa per consulenze e collaborazioni esterne; sulla responsabilità amministrativa negli organi collegiali; sulla responsabilità amministrativa nella Sanità pubblica analizzata sia con riferimento ai livelli essenziali di assistenza sia per l’attività chirurgica compresa quella estetica.

Risulta notevolmente irrobustita anche la Parte Seconda, Il danno nel processo amministrativo, alla luce delle novelle di rilevanza processuale introdotte alla L. n. 241 dalla L. n. 15 e n. 35 dell’anno 2005 ovvero a seguito di talune sentenze della Corte Costituzionale, della Corte Suprema di Cassazione e del Consiglio di Stato relative soprattutto al riparto di giurisdizione e alla così detta “pregiudiziale amministrativa” pronunciate nel periodo compreso tra il 2003 – 2007. Una attenta valutazione è stata fatta sulle tematiche che investono i vizi formali non invalidanti l’atto amministrativo.

Parimenti potenziata è la Parte Prima dell’opera che riguarda Il danno nel processo civile con nuovi paragrafi dedicati alla responsabilità civile in campo sanitario e in tema di tutela della privacy.

Integralmente riscritto è anche il Capitolo Terzo della Parte Quarta, Il risarcimento del danno nel processo penale, riguardante il danno ambientale alla luce del Decreto Legislativo n. 152 (Codice ambientale).

Infine, la Parte Quinta dell’opera, Il danno nel processo tributario tratta il rito processuale aggiornato alle ultime modifiche introdotte nell’anno 2005 e le tematiche relative all’assoggettamento fiscale delle somme erogate dai soggetti privati ovvero dalla P.A. a qualsiasi titolo risarcitorio con alcune opportune valutazioni inerenti anche all’applicabilità della L. n. 89 (irragionevole durata del processo) ai giudizi tributari.