COMMENTARIO AL TESTO UNICO DELL’EDILIZIA

TU ediliziaIl fenomeno dell’urbanizzazione che ha determinato lo spopolamento delle campagne, delle zone alpine e appenniniche ha contribuito alla disordinata creazione di addensamenti periferici lungo le autostrade e le grandi arterie viarie, veri e propri quartieri dormitorio dai quali milioni di persone si spostano ogni giorno per recarsi sul posto di lavoro. Il dissesto idrogeologico, l’incuria dei corsi d’acqua e dei boschi, l’inaridimento dei campi sono un  risultato a cui ha contribuito l’urbanesimo.
Pensare che nella Roma antica, il legislatore con la lex spoletina del III sec. a.C. era riuscito a proteggere i boschi consacrandoli alla divinità in onore della quale magari si era ritenuto opportuno costruire un tempio, e prevedendo l’irrogazione di pesanti sanzioni penali nei confronti dei soggetti che avessero tagliato gli alberi senza una specifica autorizzazione. Ciò avveniva in una società come quella romana in cui il legname rappresentava un insostituibile materiale da costruzione, ma soprattutto un combustibile necessario alla stessa sopravvivenza; una società che aveva compreso l’importanza dei boschi e delle foreste per la produzione e il ricambio dell’ossigeno nell’atmosfera pur non potendo disporre delle sofisticate conoscenze scientifiche e tecniche del nostro tempo.
Il disastro urbanistico del territorio nazionale si è sviluppato in quattro fasi lungo un arco temporale di oltre mezzo secolo.
La prima fase, comprendendo circa tre decenni, tra gli anni Quaranta e la fine degli anni Sessanta, normativamente  si caratterizza soprattutto per la L. 17 agosto 1940, n. 1150 che ha costituito il punto di riferimento per la successiva legislazione d’applicazione, purtroppo non supportata da adeguati strumenti di controllo per realizzare una razionale politica urbanistica del territorio. Alla fine della Seconda Guerra mondiale (1945) le città che disponevano di un adeguato Piano Regolatore Generale erano soltanto quattro: Torino, Milano, Roma e Napoli. Ciò ha contribuito al proliferare di un’attività edilizia disordinata, nonostante la L. 6 agosto 1967, n. 765 obbligasse le amministrazioni comunali di maggiore dimensione a dotarsi di un Piano Regolatore.
La seconda fase si sviluppa durante quindici anni (1970 – 1985): con l’attuazione dell’ordinamento regionale, l’edilizia privata e pubblica rientrarono nelle competenze legislative ed amministrative della regione. La L. 28 gennaio 1977, n. 10, costituì il primo serio tentativo di riformare il regime giuridico dei suoli, trasformando l’atto che consente di costruire al privato cittadino, la licenza edilizia in concessione di costruzione. Purtroppo, l’intervento della Corte Costituzionale nel 1980 statuì che la concessione prevista dalla L. n. 10/1977 altro non era che la mera riedizione della precedente licenza edilizia, ma l’importanza della così detta Bucalossi rimane nell’aver conferito nuove potestà di controllo ai comuni per reprimere gli abusi edilizi.
La terza fase (1985 – 1996) si connota per la L. 28 febbraio 1985, n. 47 sul condono edilizio, che prevede, tra l’altro, la nullità dell’atto di compravendita dei manufatti edilizi abusivi: un passo avanti rispetto alla L. 28 gennaio 1977, n 10 che invece contemplava soltanto l’annullabilità per  i contratti di compravendita aventi come oggetto immobili abusivi.
La quarta fase ha inizio nell’anno 1997 e  giunge fino ai giorni nostri: potrebbe definirsi come la fase delle Regioni. Si pensi alla L. 15 marzo 1997, n. 59, al Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112, al Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 che in tema di edilizia ed urbanistica hanno lasciato poco spazio alla Stato.
Il volume si inserisce nel contesto vivo del nuovo testo unico dell’edilizia imbrigliato nel D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, offrendo al lettore idonei strumenti interpretativi delle nuove disposizioni.
Il libro si caratterizza per un metodo espositivo semplice, concreto e operativo fondato sul dato giuridico globale: legislazione, giurisprudenza e dottrina che gli autori, giuristi e tecnici, sono riusciti mirabilmente a far collimare in maniera armonica, utilizzando un’esposizione sintetica, ma al tempo stesso esaustiva, per i dati normativi consolidati da tempo e argomentazioni ampie per gli istituti più recenti o per quelli del tutto nuovi.
I coautori  svolgono una completa panoramica sull’attività edilizia, analizzando partitamente i nuovi titoli abilitativi, permesso di costruire e dichiarazione di inizio attività, all’interno delle sequenze procedimentali, riservando una attenzione del tutto particolare alla conferenza di servizi e allo sportello unico. Sono proprio i titoli di abilitazione i presupposti legittimanti la costruzione di ogni tipologia di manufatto edilizio o gli strumenti operativi per sanare eventuali abusi edilizi commessi dai cittadini. Sono approfondite anche le tematiche inerenti al regime di onerosità dei titoli abilatitavi, contributo di costruzione, oneri di urbanizzazione, costo di costruzione con l’individuazione sistematica dei casi di totale o parziale esonero.
Una finestra viene aperta anche sull’attività edilizia delle pubbliche amministrazioni  relative alle opere pubbliche o di pubblica utilità e anche per gli interventi edilizi da realizzare sulle aree demaniali.
Analiticamente si analizzano le questioni inerenti alla vigilanza sulle costruzioni edilizie, regolari e abusive, comprese le problematiche sulle sanzioni civili e amministrative, con approfondimenti dedicati all’ultimo condono edilizio disciplinato dalla L. 24 novembre 2003, n. 326.
Il libro si occupa anche e non solo dell’abbattimento delle barriere architettoniche già esistenti, ma anche della loro eliminazione negli edifici pubblici, privati compresi quelli aperti al pubblico in una prospettiva che consenta la piena ed effettiva integrazione dei soggetti portatori di handicap.
Gli autori si soffermano anche su questioni tecniche riguardanti l’edilizia antisismica, il certificato di agibilità per gli edifici e la normativa tecnica posta a disciplina della sicurezza degli impianti e per il contenimento energetico, evidenziando una caratteristica peculiare di questo volume che si differenzia da altre pubblicazioni  già in circolazione, segnalandosi anche per l’armoniosa sintesi raggiunta  tra  gli scritti redatti da ingegneri con quelli elaborati da amministrativisti.
Una particolare cura è stata posta nel capitolo dedicato ai rimedi amministrativi e giurisdizionali messi a disposizione dei cittadini per reagire efficacemente contro gli atti amministrativi illegittimi o anche contro quelli legittimi, ma tardivi, con ampio spazio dedicato al risarcimento del danno compreso quello da ritardo o per perdita di chance alla luce della L. 21 luglio 2000, n. 205 e dei nuovi indirizzi giurisprudenziali del giudice amministrativo che orami è competente a risarcire il danno per lesione del diritto soggettivo e dell’interesse legittimo.
Il volume si conclude con dettagliate analisi sulle disposizioni penali e persino su quelle tributarie.
L’opera è letteralmente costellata da centinaia di note esplicative con recentissimi  riferimenti giurisprudenziali che contribuiscono in maniera determinate ad approfondire i già dettagliatissimi commenti a tutti gli articoli di cui si compone il nuovo testo unico dell’edilizia incardinato nel D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380.
Il libro è supportato da un pratico indice analitico sistematico, strutturato su grandi voci e su sottovoci, che ne favorisce la già lineare consultazione particolarmente indicata come insostituibile strumento di lavoro non soltanto per gli operatori del diritto, magistrati, avvocati e funzionari della Pubblica Amministrazione dei ruoli amministrativi, ma anche per gli ingegneri, gli architetti e i geometri, sia liberi professionisti che dipendenti delle Regioni e delle autonomie locali, Comuni, Province e Città metropolitane. In conclusione, il Commentario  si presenta come un valido supporto per affrontare le diverse procedure concorsuali attraverso cui accedere alle professioni legali di avvocato e di  magistrato, ovvero per fare ingresso nella Pubblica Amministrazione.