IL NUOVO PROCESSO AMMINISTRATIVO Integrato con la Giurisprudenza

Cover-Il-nuovo-processoo-amministrativoAttraverso il riconoscimento del risarcimento del danno per equivalente allo scopo di ristorare la lesione dell’interesse legittimo, l’ordinamento italiano si è venuto a porre, sia pur tardivamente, in sintonia con gli stati aderenti all’Unione Europea, ove non sono conosciute le due figure del diritto soggettivo e dell’interesse legittimo, con la sola eccezione della Spagna.
In tal modo, l’interesse legittimo in un sol colpo ha perduto la secolare subalternità verso l’interesse pubblico, che anche nel passato prossimo era di impedimento alla piena tutela dell’interesse privato ogni volta che quest’ultimo, per qualsiasi motivo, si veniva a sganciare dall’interesse tutelato dalla Pubblica Amministrazione.
Il giudice amministrativo è recentemente divenuto il giudice naturale dell’interesse pubblico nell’economia nazionale. Infatti, l’art. 23-bis, L. 6 dicembre 1971, n. 1034, introdotto nella legge istitutiva del Tribunali Amministrativi Regionali dalla L. 21 luglio 2000, n. 205, ha previsto una pista preferenziale e particolarmente veloce per decidere i ricorsi giurisdizionali riguardanti gli atti posti in essere dalle autorità amministrative indipendenti, ovvero quei provvedimenti connotati da una notevole rilevanza economico-finanziaria.
Già da molti anni il processo amministrativo trae una fonte inesauribile di energia dal giudizio cautelare: i ricorrenti stano dimostrando di preferire una risposta giudiziaria immediata, anche se  caratterizzata dalla sommarietà rispetto a decisioni di merito più approfondite, ma adottate a distanza di molti anni e che quindi perdono de facto il requisito dell’attualità rispetto a vicende conflittuali dedotte parecchio tempo prima innanzi ai giudici.
In ogni caso, tutti i mezzi cautelari di cui dispone attualmente il giudice amministrativo devono essere utilizzati ponderando con estrema attenzione  gli interessi coinvolti, pubblici e privati, onde prevenire e soprattutto evitare che i cittadini, persone fisiche e persone giuridiche, li possano utilizzare con finalità dilatorie cioè  come strumenti per guadagnare del tempo a danno degli interessi pubblici coinvolti nella vicenda processuale. Proprio al fine di impedire l’uso distorto del processo cautelare, il legislatore nazionale, attraverso il Decreto Legislativo 20 agosto 2002, n. 190, ha circoscritto e contestualmente compresso tutte le potestà cautelari del giudice qualora il giudizio abbia come oggetto gli appalti di opere pubbliche di particolare importanza riconducibili alle cosiddette opere infrastrutturali, però con il rischio di far raddoppiare il costo globale di opere con rilevante portata ed incidenza sul bilancio dello Stato.
Al fine di garantire le finalità proprie degli strumenti cautelari, maggiormente appropriati appaiono il senso di responsabilità dei magistrati componenti il collegio giudicante, la sottoposizione della misura cautelare a talune condizioni dissuasive, come ad esempio il versamento di una sostanziosa somma di denaro a titolo cauzionale e, infine, la consapevolezza delle parti in causa che il giudizio, se ritenuto maturo, potrebbe venire deciso immediatamente nel merito con una sentenza in forma semplificata, anziché essere deciso attraverso un’ordinanza cautelare. Proprio quest’ultima possibilità ha contribuito in maniera rilevante ad una sensibile diminuzione delle istanze cautelari davanti al giudice amministrativo di primo grado.
Sono trascorsi circa due anni dalla prima edizione di questo volume che ha incontrato l’unanime apprezzamento degli operatori del diritto, perché espone in maniera sistematica l’intero processo amministrativo, all’interno del quale gli autori hanno   perfettamente inserito tutti i nuovi istituti introdotti per la prima volta dalla L. 21 luglio 2000, n. 205 o comunque tutte le tradizionali procedure così come ridisciplinate dalla Legge che ha parzialmente riformato il giudizio che si celebra innanzi ai Tribunali Amministrativi Regionali, al Consiglio di Stato e al Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana.
Rispetto alla prima edizione, la seconda si presenta ulteriormente arricchita di ben quattro nuovi capitoli e di una quinta appendice.
Un intero capitolo, dedicato al risarcimento del danno, evidenzia tutte le complesse problematiche collegate alla lesione del diritto soggettivo e dell’interesse legittimo, cagionata dall’adozione di atti amministrativi illegittimi, ovvero di provvedimenti legittimi ma emessi tardivamente dalla P.A. o anche quando quest’ultima abbia tenuto un illegittimo comportamento silente.
Dopo un’accurata ricostruzione anche a livello storico degli interessi legittimi, quest’ultimi vengono classificati contestualmente ad una  approfondita analisi di sentenze storiche della Corte Suprema di Cassazione a Sezioni Unite come la n. 500 del 22 luglio 1999 e la sentenza della Prima Sezione 10 gennaio 2003, n. 157.  Viene svolto un dettagliato commento del risarcimento del danno alla luce delle novità introdotte dalla L. 21 luglio 2000, n. 205: è affrontato il tema della cosiddetta pregiudizialità dell’annullamento dell’atto impugnato, dell’ampliamento dell’oggetto del giudizio risarcitorio tramite la domanda e l’eccezione riconvenzionale ovvero anche il risarcimento del danno per violazione del principio del giusto processo.
Un nuovo capitolo riguarda la tutela giurisdizionale del diritto di accesso, la cui natura giuridica continua ad oscillare tra  interesse legittimo e diritto soggettivo.
Un’altra parte del libro analizza il giudizio elettorale chiarendo le questioni squisitamente processuali alle quali si affianca una dettagliata casistica giurisprudenziale.
A chiudere il volume è la trattazione del ricorso straordinario al capo dello Stato:oggetto, principio di alternatività, procedura, opposizione, attività istruttoria, parere del Consiglio di Stato, provvedimenti cautelari, esecuzione, revocazione e perfino il ricorso al Presidente della regione siciliana; il tutto supportato da moltissime note che si riferiscono a recentissimi pareri resi dalle Sezioni consultive di Palazzo Spada ormai immediatamente pubblici in quanto liberati dalla zavorra della “segretezza” grazie alla L. 21 luglio 2000, n. 205.
Il libro, in questa seconda edizione, è stato fornito di una funzionale raccolta di giurisprudenza che si riferisce ai principali istituti del nuovo processo amministrativo attraverso la quale si offre al lettore un prezioso strumento di lavoro per approfondire tutti i temi svolti sistematicamente nei ventuno capitoli dell’opera.
Un sentito ringraziamento deve essere rivolto a Tiziana Autieri, Valeria Mascello e Giuseppina Schettino che, oltre ad aver scritto importanti parti del libro, hanno altresì collaborato gomito a gomito con il coordinatore dell’opera per tutti i numerosi adempimenti, ignoti ai non addetti ai lavori, ma essenziali per ogni pubblicazione editoriale. Un encomio particolare merita Tiziana Autieri che ha contribuito con professionalità alla stesura dell’indice analitico, articolato per grandi voci e sottovoci, “cuore” di ogni testo giuridico.
Aveva pienamente ragione Senofonte quando affermava che “si giudica per essere giudicati”: il T.A.R. giudica per essere eventualmente giudicato in appello dal Consiglio di Stato o dal Consiglio di Giustizia amministrativa per la regione siciliana. Il giudice, di primo o di secondo grado giudica per essere giudicato dall’opinione pubblica, architrave su cui si appoggia l’intera nostra società. Magistrati, avvocati dell’Avvocatura di Stato e del libero foro devono contribuire, rispettando i ruoli loro attribuiti dall’ordinamento, a far sì che le pronunce giurisdizionali siano valutate positivamente dalla collettività attraverso la stesura di sentenze, ordinanze, ricorsi, memorie ed atti processuali esaustivi, chiari e sintetici.