FOCUS I beni culturali immateriali italiani. Il canto a tenore della cultura pastorale sarda Di Maurizio De Paolis, Presidente dell’Associazione Romana di Studi Giuridici

Il canto a tenore della cultura pastorale sarda

Si tratta di un antichissimo canto corale a quattro voci nato in seno alla millenaria tradizione pastorale della Sardegna[1]. Al solista viene affidata la parte narrativa del canto basata su racconti popolari; le altre tre voci eseguono accompagnamenti e virtuosismi che differiscono stilisticamente da una zona all’altra dell’isola.

La maggior parte dei praticanti di questo canto vivono nella Barbagia e nella Sardegna centrale e si esibiscono spontaneamente nei bar chiamati “su zilleri”, ma anche durante lo svolgimento di cerimonie e nel carnevale barbaricino.

Il canto a tenore è sensibile ai cambiamenti socio-economici come il parziale declino della cultura pastorale e l’aumento del turismo di massa che rischiano di contaminare la diversità dei repertori e il modo originario in cui veniva eseguito il canto.

Purtroppo a tutt’oggi manca una legge di settore e poco è stato fatto per la sua promozione e valorizzazione.

Per maggiori notizie sulla categoria dei beni culturali immateriali si consulti il sito www.arsg.it Focus Patrimonio culturale nazionale ove sono pubblicati i seguenti articoli di Maurizio DE PAOLIS:

I beni culturali immateriali nel diritto nazionale.

I beni culturali immateriali nel diritto internazionale.

I beni culturali nella globalizzazione del diritto.

I beni culturali immateriali italiani patrimonio dell’umanità fonti di sviluppo per le comunità locali.

Focus “I beni culturali immateriali italiani. L’opera dei pupi siciliani”.

 

[1] A. DEPLANO, A tenore, Nuoro, 2007; G. FARA, Sulla musica popolare in Sardegna, Nuoro, 1997.