L'editoriale

Il museo nella società contemporanea, di Maurizio De Paolis Presidente dell’Associazione Romana di Studi Giuridici

Il museo come la scuola genera fattori propulsivi per la crescita culturale e morale della società. Pertanto, si è sentita l’esigenza di avvicinare entrambe le istituzioni tra di loro e al grande pubblico attraverso una nuova visione del museo da intendersi non più come un deposito o laboratorio specialistico per oggetti di cultura, bensì come crogiuolo e produttore di cultura applicando le seguenti linee guida :

a) ogni opera d’arte, ogni documento della storia, della scienza e dell’arte consente ed esige diversificate forme di approccio, lettura e interpretazione;

b) le opere conservate devono consentire scoperte inattese e rivelatrici;

c) frequenti rapporti con il mondo della scuola per assicurare una formazione degli studenti non basata su nozioni, bensì imperniata su veri e propri laboratori culturali.

Le offerte di ciascun museo sono costituite in prevalenza da cinque elementi:

a) l’ambiente del museo (gli spazi architettonici interni ed esterni ovvero la loro disposizione);

b) gli oggetti esposti all’interno di esposizioni e di collezioni;

c) il materiale indispensabile all’interpretazione dei beni in mostra (cataloghi, testi, ecc.);

d) i programmi per conferenze, spettacoli, manifestazioni, ecc.

e) i servizi (accoglienza e orientamento dei visitatori, ristorazione, ulteriori spazi destinati alla sosta, ecc.).

In un’ottica evolutiva il museo da qualche tempo a questa parte è oggetto di studi sotto il profilo dell’immagine e del marketing.

Le ricerche di mercato sono finalizzate a valutare le preferenze del visitatore sull’organizzazione del museo per migliorare le esigenze del pubblico . Si tratta di osservazioni sistematiche ed approfondite che essendo particolarmente onerose sotto l’aspetto economico devono essere indirizzate verso specifiche tematiche in relazione agli obiettivi che il museo intende raggiungere .

La visita a un museo implica una complessa serie di attività:uscire dalla propria abitazione; percorrere un tragitto a piedi, con i mezzi pubblici o con la propria autovettura, e, in quest’ultimo caso trovare un posteggio; successivamente subentra l’accoglienza all’ingresso, la visita vera e propria e, infine, il ritorno a casa.

I direttori dei musei sono chiamati a valutare tutti questi aspetti per far sì che l’afflusso dei visitatori possa aumentare e al contempo vi sia un gradimento sempre maggiore da parte del pubblico . Tali valutazioni implicano un costante collegamento funzionale con gli amministratori locali competenti a organizzare i servizi di trasporto, le aree di parcheggio e di sosta per le autovetture private, la viabilità e l’illuminazione adiacente alla struttura museale.

I musei pur organizzati in maniera razionale non possono operare se nelle loro adiacenze non vi siano infrastrutture mantenute in ottimo stato di funzionamento dalle amministrazioni comunali chiamate a svolgere un’intensa attività coordinata con i direttori dei singoli musei che a loro volta devono intrattenere rapporti anche con le altre autorità istituzionali, il tessuto produttivo e sociale presente sul territorio nella continua ricerca di sponsor e di finanziatori per le diverse iniziative programmate dall’ente museale .


L'affermazione dei diritti digitali Questione di "SPID"

di Daniele De Bellis Vice Presidente A.R.S.G.

Nel Nostro Bel Paese qualsiasi legge per essere metabolizzata necessita, a seconda della sua portata innovativa, di almeno di dieci anni. Per la l. n.15 del 1968, famosa per l'introduzione dell'autocertificazione, non ne sono bastati trenta, tanto che solo con la l. n.241/90, che ne contiene l'abrogazione e ha delineato un nuovo assetto e quadro di riferimento dell'esercizio del potere amministrativo, ha trovato sempre crescente effettività e consapevolezza, sia nei cittadini/utenti titolari di diritti ed interessi sia nei pubblici uffici destinatari delle semplificazioni.
Anche il C.A.D. Codice dell'Amministrazione Digitale ( Decreto legislativo 07/03/2005 n° 82 ) si sta avvicinando a tale fatidica scadenza essendo stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 112 del 16 maggio 2005 - Supplemento ordinario n. 93. Le norme contenute nel suo articolato sono state oggetto di numerose modifiche ed integrazioni, spesso eterogenee, sulla spinta del progresso delle tecnologie e della mutata sensibilità della società nel suo complesso. Tuttavia appare incombere un momento, quanto mai prossimo, in cui i diversi temi e istituti giuridici siano destinati a convergere ed interconnettersi, In un mondo che sta spostando il suo baricentro dall'apprensione materiale alla realtà virtuale, fondata su conoscenza e informazione, il documento informatico, la firma digitale, la P.E.C., i processi telematici, non vanno visti esclusivamente come diverse modalità di rappresentazione di contenuti e di instaurazione di relazioni giuridicamente valide e probanti, in cui si teme di rimanere diabolicamente intrappolati, ma soprattutto come un diverso modo di pensare ed esercitare i propri diritti.
Il C.A.D., infatti sancisce, tra l'altro, il diritto all'identità digitale, la tutela del domicilio informatico e una continua semplificazione dei rapporti con le PP.AA., resi più rapidi e trasparenti. In tale contesto lo S.P.I.D. (Sistema Pubblico d'Identità Digitale) può rappresentare l'elemento unificante e di razionalizzazione, di contatto tra il cittadino, parte attiva che non subisce passivamente l'evolversi della tecnica e un'amministrazione digitale efficace ed efficiente, capace di erogare servizi in tempi certi e fornire risposte chiare e definitive. Ne va della qualità delle vita e del futuro di noi tutti.

Le erogazioni liberali e il contratto di sponsorizzazione con la P.A.

di Maurizio De Paolis Presidente A.R.S.G.

L’Autore analizza il fenomeno delle erogazioni liberali alla luce del recente D.L. 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modifiche, dalla Legge 29 luglio 2014, n. 106, soffermandosi in modo particolare sugli sgravi fi scali per i finanziamenti a sostegno degli interventi sui beni culturali (art-bonus), sulle disposizioni per il sito archeologico di Pompei e per la Reggia di Caserta, sul piano strategico con cui pianificare i grandi progetti riguardanti i beni culturali, sulla procedura per la nomina di manager museali, per l’istituzione di soprintendenze autonome e per la parziale liberalizzazione della riproduzione e divulgazione delle immagini di beni culturali. Colmando una lacuna nel panorama editoriale viene proposta un’approfondita analisi e una puntuale soluzione di tutte le problematiche riguardanti il contratto di sponsorizzazione ordinaria (art. 26, Codice dei contratti pubblici e art. 119, Testo unico degli enti locali) e dei beni culturali (art. 120, Codice dei beni culturali e del paesaggio) di cui possono avvalersi le Pubbliche Amministrazioni per ricercare fonti di finanziamento da soggetti privati. Nel libro sono identificati tutti i beni culturali e paesaggistici a cui applicare il contratto di sponsorizzazione dal momento che queste due categorie rientrano nel patrimonio culturale nazionale. Il volume, supportato da una vasta casistica giurisprudenziale (civile, penale, amministrativa e contabile), insieme all’indice analitico strutturato per voci e sottovoci e all’appendice che contiene una serie di modelli di atti e contratti, rappresenta un valido strumento interdisciplinare per magistrati, dipendenti della P.A. (funzionari e dirigenti), liberi professionisti (avvocati, commercialisti, notai, ingegneri, architetti, geometri), imprenditori (comprese le rispettive organizzazioni di categoria) e associazioni operanti nel settore dei beni culturali e paesaggistici comprese quelle del terzo settore. Leggi tutto