Corte di Cassazione penale, sez. V, 13 gennaio 2021, n. 1167

Delitti contro il patrimonio – Ingresso in appartamento – Sottrazione di beni – Furto in abitazione – Configurabilità –  Consenso del proprietario – Irrilevanza – Presupposti e condizioni – Fattispecie

Si configura il reato di furto in appartamento qualora il soggetto si introduca con un pretesto nell’appartamento di un suo parente e sottragga beni a nulla rilevando il consenso all’ingresso manifestato dal proprietario dell’immobile. La Suprema Corte attraverso la ricostruzione dei fatti operata tra primo e secondo grado di giudizio ha tratto la prova di un preordinato disegno dell’uomo, proteso ad un ingresso nell’abitazione della persona offesa finalizzato alla sottrazione di beni ivi presenti. In buona sostanza, l’introduzione nell’appartamento è stata condizione necessaria per la consumazione del reato, pertanto va respinta l’ipotesi di un occasionale rinvenimento degli altrui beni, occorso successivamente all’ingresso nell’altrui domicilio. Nella fattispecie, un soggetto, entrato nell’appartamento di una sua anziana zia, con il pretesto di usare il bagno, si recava nella camera da letto portando via il bancomat e il relativo pin.