IL PATRIMONIO CULTURALE NAZIONALE. Tutela, valorizzazione, fruizione, di MAURIZIO DE PAOLIS, Wolters Kluwer, 2022.

Volume IL PATRIMONIO CULTURALE NAZIONALE.IL PATRIMONIO CULTURALE NAZIONALE. Tutela, valorizzazione, fruizione., di MAURIZIO DE PAOLIS, Wolters Kluwer, 2022.

Presentazione

E’ noto come non sia sufficiente possedere una quota anche cospicua di beni culturali per attrarre automaticamente la domanda del turismo che in molteplici forme si alimenta con il c.d. “consumo culturale”. Pertanto, un territorio come quello italiano, dotato di un ampio e articolato complesso di beni archeologici, siti storico-architettonici, beni artistici, paesaggi culturali e tradizioni storiche consolidate nel corso di centinaia di anni, richiede un livello di progettazione particolareggiato per disporre di adeguati servizi culturali. Ciò significa non soltanto aprire al pubblico musei o aree archeologiche, biblioteche e parchi ambientali, ma soprattutto qualificare l’intera rete di servizi primari attraverso l’offerta di moderni mezzi di trasporto e di una confortevole rete di ricettività turistica.

Per raggiungere tali obiettivi è necessario disporre di ingenti risorse finanziarie. In tale ottica un ruolo di primaria importanza viene svolto dagli atti di mecenatismo (erogazioni liberali) e dalle sponsorizzazioni provenienti da soggetti privati, persone fisiche e persone giuridiche, che consentono di integrare gli stanziamenti pubblici sempre del tutto insufficienti per valorizzare e rendere fruibile l’ingente patrimonio culturale nazionale.

L’analisi dedicata al contratto di sponsorizzazione, così come disciplinato nel D.Lgs. n. 42/2004 e nel D.Lgs. n. 50/2016, permette di conoscere la sua struttura e il procedimento da seguire per individuare la parte privata ovvero di apprendere tutti i vantaggi in grado di generare: risparmi per il pubblico erario e ritorno di immagine e di fatturato per le imprese finanziatrici.

Viene svolta una approfondita disamina della sponsorizzazione sotto vari profili (legale, economico e fiscale), valutati dal punto di vista delle imprese private (sponsor) e della P.A. statale e locale (sponsee) con specifici approfondimenti riservati alle strutture museali dello Stato legittimate a sottoscrivere direttamente i contratti di sponsorizzazione.

Anche le erogazioni liberali assumono un ruolo significativo per finanziare la cultura del nostro Paese così come attestano i numerosi restauri di beni culturali eseguiti o in corso di esecuzione in varie città italiane attraverso le donazioni di importanti aziende nazionali. A tal proposito l’opera si occupa del fenomeno del mecenatismo, introdotto e potenziato dal c.d. “art-bonus”, esaminato sotto il profilo civilistico e tributario.

Nell’area del mecenatismo, una funzione strettamente legata al territorio e alle sue tradizioni viene svolta dal c.d. “piccolo mecenatismo” inteso come finanziamento erogato dalle persone fisiche e/o dalle piccole-medie imprese presenti in ambito locale. Questa ulteriore forma di finanziamento consente di valorizzare taluni beni culturali che, lontani dai grandi flussi turistici, non presentano una rilevanza nazionale o internazionale, ma che assumono un interesse rilevante per le popolazioni che vivono nelle cittadine e nei paesi della c.d. “provincia italiana”.      

Ampio spazio è riservato alle innovative forme di collaborazione e di partenariato tra pubbliche amministrazioni o tra pubbliche amministrazioni e soggetti privati, così come disciplinate dal Codice dei contratti pubblici. Non viene trascurato il ruolo svolto dalle fondazioni, associazioni, società in house e dalle forme ibride di finanziamento come la c.d. “adozione di monumenti” che può assumere la connotazione giuridica dell’erogazione liberale o del contratto di sponsorizzazione a seconda degli spazi pubblicitari riservati al finanziatore privato.

Per completare il panorama dei finanziamenti viene esaminato l’emergente fenomeno del fund raising, unitamente al contratto di global service, all’organizzazione di eventi svolti all’interno dei luoghi di cultura e al distretto culturale che, coinvolgendo a vari livelli le organizzazioni locali, la P.A., gli imprenditori e talune categorie di liberi professionisti, è al contempo  un mezzo per valorizzare i beni culturali e per conseguire una crescita significativa a livello economico e  sociale in ambito locale.   

Il libro esamina il c.d. “turismo culturale” che, nelle sue articolate forme, rappresenta una rilevante percentuale del P.I.L. italiano e che, al contempo, costituisce uno dei fattori che inducono le imprese private a investire nelle sponsorizzazioni utilizzabili come innovative ed emergenti forme di pubblicità per le aziende di qualsiasi dimensione operanti nel libero mercato globalizzato e in pieno regime di concorrenza.

Sono illustrate le articolate fasi del complesso procedimento seguito dalla P.A. per individuare l’interesse culturale unitamente agli istituti posti a tutela dei beni culturali con puntuali approfondimenti relativi alle tematiche dei vincoli diretti e indiretti, interagenti con la pianificazione urbanistica del territorio, introdotti per preservarli nella loro integrità e per renderli fruibili al pubblico. Del resto, la materia dei beni culturali trova un architrave proprio negli istituti che li tutelano non solo attraverso l’imposizione di vincoli sulla proprietà privata, ma anche con l’espropriazione degli stessi qualora ciò risulti indispensabile per assicurare la loro tutela.

In talune circostanze la tutela del patrimonio culturale nazionale viene assicurata mediante il diritto di prelazione esercitato dallo Stato o da altri soggetti pubblici sulle vendite di beni culturali privati giustificata dalla necessità di garantirne la fruizione e la permanenza sul territorio nazionale, circostanza quest’ultima ricorrente qualora l’alienazione potrebbe comportare l’esportazione in un Paese estero.

Particolare attenzione è riservata ai lavori e alle opere sui beni culturali che, in quanto vincolati, impongono specifiche competenze da parte dei tecnici (ingegneri, architetti, geometri) e particolari specializzazioni delle imprese incaricate ad intervenire.

L’ordinamento protegge i beni culturali anche attraverso l’imposizione di limitazioni alle iniziative economiche e commerciali soprattutto nei centri storici nel cui interno vengono incentivate le c.d. “botteghe storiche” per evitare la scomparsa di attività tradizionali talvolta riconducibili ai beni culturali immateriali, come, ad es., la tecnica di costruzione degli strumenti musicali a corda in uso presso gli artigiani di Cremona o la tecnica di lavorazione della pizza napoletana, iscritti negli elenchi dell’UNESCO.

Un’ampia analisi ha come oggetto tutti i rimedi amministrativi e giurisdizionali utili a tutelare gli interessi lesi da provvedimenti illegittimi adottati dalle Amministrazioni competenti a gestire il patrimonio culturale.

L’enorme quantità di beni presenti in maniera capillare sul territorio italiano impone l’analisi, puntualmente svolta, delle disposizioni normative che ne garantiscono non solo la tutela, ma anche la valorizzazione e la fruizione.  Non esiste una linea netta di demarcazione tra fruizione e valorizzazione dal momento che è impossibile valorizzare il patrimonio culturale senza una sua adeguata fruizione.

Un ruolo centrale nella triplice funzione di tutela, valorizzazione e fruizione viene svolto dai musei raggruppati per categorie comprensive anche dei nuovi musei come l’eco-museo e il museo diffuso. Del resto, il museo privo di pubblico si trasforma in una sorta di “magazzino” che finisce per perdere la funzione primaria: rendere fruibile il patrimonio culturale.

Il volume, inquadra e descrive tutte le categorie di beni culturali, pubblici e privati, disciplinati dal D. Lgs. n. 42/2004, compresi i beni culturali di interesse religioso, con frequenti richiami ai beni culturali materiali e immateriali patrimonio dell’umanità, iscritti negli elenchi dell’UNESCO. In tal modo ciascun operatore dispone di uno strumento che consente di individuare immediatamente la categoria a cui appartiene il bene culturale per poi procedere ad applicare le norme relative alla protezione, valorizzazione e fruizione.

La trattazione è completata da un’approfondita analisi del turismo culturale visto anche in relazione alle nuove forme di ospitalità come la casa-vacanze, il bed and breakfast e l’agriturismo che proiettano il turista verso vacanze sostenibili.

L’opera risponde al c.d. “dato giuridico globale” connotandosi per un costante riferimento alle vigenti norme illustrate nei minimi particolari, a una vasta e aggiornata casistica giurisprudenziale (civile, penale, amministrativa, amministrativa-contabile, tributaria e comunitaria) che la rendono un agile strumento operativo per  l’Amministrazione statale (centrale e periferica), le Regioni e le Autonomie locali (Province, Città metropolitane, Comuni), le imprese nazionali ed estere interessate direttamente o indirettamente al mondo della cultura e i liberi professionisti chiamati a gestire a vario titolo il patrimonio culturale nazionale (avvocati, notai, ingegneri, architetti, geometri, agronomi, storici dell’arte, archeologici, guide turistiche).

Maurizio De Paolis

Presidente dell’Associazione Romana di Studi Giuridici