L’eco museo antitesi del museo tradizionale

Una particolare attenzione merita l’eco-museo, che si è diffuso negli ultimi decenni anche in Italia e che nasce da un’idea di museo molto diversa da quella tradizionale.

Di fatti il cuore del museo tradizionale si identifica in una collezione di oggetti di particolare valore artistico, storico o culturale che proprio per questa loro caratteristica intrinseca vengono esposti al pubblico. Tali oggetti sono tolti dal loro ambiente originario che spesso risulta molto lontano dal punto di vista geografico, come nel caso dei reperti archeologici prelevati nei secoli scorsi dagli studiosi europei in diversi luoghi del mondo e conservati nei grandi musei d’Europa. Si pensi alla stele di Rosetta, la lastra in pietra con incisi i testi che permisero di decifrare la scrittura geroglifica, la quale fu trovata in Egitto dai soldati di Napoleone Bonaparte alla fine del Settecento e ora è esposta al British Museum di Londra al cui interno è ospitata anche una parte dei bassorilievi che ornavano il Tempio del Partenone sull’acropoli di Atene.

L’idea di eco-museo è diametralmente opposta. Si tratta di un museo che non è circondato da mura che lo proteggono e conservano i beni in esso esposti. L’eco-museo si rivolge all’ambiente nel suo insieme prefiggendosi di tutelare un territorio ricco di beni artistici, storici, naturali e ha la finalità di far conoscere al pubblico i beni di quel territorio e le relazioni che li legano gli uni agli altri.

Possono costituire un eco-museo:

  1. a) un intero centro storico al cui interno è possibile osservare i monumenti di particolare pregio quali chiese, palazzi, ma anche case, botteghe di un tempo, strade, piazze;
  2. b) un ambiente naturale con le diverse tipologie di habitat (fauna, flora) e opere realizzate dall’uomo tipiche di quel luogo;
  3. d) un territorio rurale in cui si possono scoprire i luoghi di lavoro e di vita tradizionali degli abitanti e i prodotti tipici dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’artigianato.

I beni tutelati attraverso l’eco-museo sono quindi anche gli oggetti della vita quotidiana, i paesaggi, le architetture e le tradizioni. Tale tipo di museo opera coinvolgendo la popolazione e le istituzioni locali (ad es. pro loco) per promuovere  attività di ricerca, percorsi di visita, laboratori didattici nel territorio che si intende valorizzare. Si può dire che attraverso l’eco-museo è la stessa comunità locale che, attraverso le sue istituzioni (comune, comunità montana, ente parco, ecc.) e associazioni, si prende cura, tutela e valorizza il proprio territorio.

L’idea di eco-museo è nata per la prima volta nell’anno 1971 per tutelare la memoria delle società rurali e di tutte quelle conoscenze, tradizioni, abitudini millenarie che andavano scomparendo con il diffondersi dell’urbanizzazione, delle moderne tecnologie e dei conseguenti cambiamenti dei modelli di vita.

In Italia, Paese ricchissimo di testimonianze storiche e di tradizioni molto diverse e diffuse sull’intero territorio della penisola, esiste una moltitudine di eco-musei disciplinati da specifiche leggi regionali.

Per maggiori approfondimenti, si veda Maurizio De Paolis, Le erogazioni liberali e il contratto di sponsorizzazione con la P.A., IPSOA, 2015