La Giustizia non rappresenta un organismo a sé stante, astratto e autosufficiente, infatti si deve intendere come una parte integrante e irrinunciabile di un più complesso sistema di diritti, doveri, poteri e responsabilità che compenetra l’intera vita sociale ed economica del nostro Paese, contribuendone allo sviluppo e alla competitività sul piano internazionale.
I problemi della Giustizia si devono affrontare, considerandoli non già come questioni peculiari di un comparto separato dalle istituzioni del Paese, o nella sola prospettiva dei rapporti tra i poteri dello Stato, ma soprattutto come problematiche di funzionalità complessiva di un servizio pubblico indispensabile, da rendere in tempi compatibili con le esigenze dei singoli cittadini e dell’intera società.
La costituzione afferma che “i giudici sono soggetti soltanto alla legge” (art. 101 cost.) e che “la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere” (art. 104 cost.). I costituzionalisti nel riconoscere un potere giudiziario, precisano che si tratta di un potere senza sovranità, in quanto strettamente connesso all’erogazione di un servizio pubblico, appunto il “servizio giustizia”, non verticistico, ma “diffuso” in maniera capillare. Si tratta di un potere esercitato nella pienezza dei suoi contenuti da ogni giudice, nell’ambito di un’architettura costituzionale che privilegia il momento della garanzia attuato mediante l’esercizio della giurisdizione. Un potere non politico, non connesso a “meccanismi” di rappresentatività, ma solo a “ingranaggi” di terzietà, indipendenza e professionalità; d’altro canto, proprio perché la Magistratura costituisce un potere “diffuso”, è necessario che ogni singolo Magistrato sia pienamente consapevole della portata degli effetti, talora assai rilevanti, che un suo atto può produrre. Pertanto, sarebbe necessario che ciascun Magistrato valutasse non soltanto le ragioni del caso concreto oggetto di causa, ma anche le conseguenze complessive dell’esercizio di tale potere, tenendo in giusta considerazione non solo quelle dirette, endoprocessuali, riflesse direttamente sulle parti, ma anche quelle che, inevitabilmente, si potrebbero produrre erga omnes, e che oggi assumono una rilevanza nuova e inconsueta: da un lato, sul diritto vivente alimentato dalla giurisprudenza, dall’altro, sull’intero sistema sociale ed economico.
Nell’attuazione del “servizio giustizia”, costituisce priorità evidente il bilanciamento tra la durata ragionevole del processo e i fattori di complessità propri di questo settore, da perseguire senza logiche produttivistiche che finirebbero per compromettere e ridurre in maniera sensibile gli spazi di indipendenza, i livelli di democraticità del “servizio” e la qualità delle singole decisioni.
L’obiettivo del pieno recupero della funzionalità del “servizio giustizia” si deve basare su una costante valutazione dei costi sostenuti con il denaro dei contribuenti e su di una comparazione diretta fuori dei confini nazionali ed indirizzata verso gli altri Paesi aderenti all’Unione Europea.
Il problema centrale, che unifica idealmente tutti i settori della Giustizia continua ad essere quello dell’efficienza. Si tratta di una questione che investe direttamente i cittadini con effetti dirompenti ogni volta che i tempi processuali si dilatano a dismisura. Eppure sono passati già alcuni anni da quando, dando attuazione alla disposizione incardinata nell’art. 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, venne introdotto nel nostro Paese, con forza discendente soltanto dalle leggi di rango costituzionale, il principio del giusto processo, che ha un postulato naturale nella sua ragionevole durata. Il nuovo testo dell’art. 111 cost. ha un obiettivo primario: realizzare un ordinamento giudiziario in cui il giudice ordinario (civile e penale), amministrativo, contabile e tributario, conservando la posizione di imparzialità, possa assicurare l’applicazione delle norme in spazi temporali ragionevoli all’interno di un procedimento processuale fondato sull’integrale rispetto del contraddittorio tra le parti. Questo traguardo ambizioso impone una globale rivisitazione dell’intero apparato giudiziario il cui architrave si deve poggiare necessariamente sull’efficienza della Magistratura e del personale di segreteria per il perseguimento di risultati tangibili che si possono ottenere solo con una nuova attenzione di tipo manageriale nella gestione dei singoli uffici giudiziari. Efficienza e garanzie: un binomio di valori intrinsecamente uniti che devono contribuire all’integrale ed equilibrata applicazione del potere giurisdizionale. A questo risultato devono contribuire gli avvocati dell’Avvocatura di Stato e del libero foro con difese curate con sobrietà ed essenzialità, a cui devono far riscontro i Magistrati attraverso provvedimenti giudiziali strutturati su motivazioni puntuali ed essenziali.
A confermare la reazione dei cittadini verso le lungaggini processuali vi è il notevole numero di ricorsi, presumibilmente destinati a crescere nel prossimo futuro, nonostante taluni tentativi legislativi di arginarne l’espansione, che si sono riversati sulle cancellerie delle Corti di Appello con l’intento quantomeno di ottenere dallo Stato il risarcimento del danno patito per l’eccessiva durata dei processi. L’incremento di questo “nuovo” tipo di contenzioso è attribuibile alla maggiore vicinanza del giudice nazionale ai ricorrenti, rispetto alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
In tale quadro, non certamente idilliaco, si inserisce questo volume che colma una lacuna editoriale: per la prima volta nel nostro Paese viene scritto e pubblicato un libro che affronta in maniera organica e sistematica tutte le complesse problematiche processuali relative ai provvedimenti cautelari davanti al giudice civile, amministrativo, amministrativo-contabile, penale e tributario.
Nell’ambito della Parte Prima dell’opera, gli Autori, dopo aver esaminato la disciplina generale dei provvedimenti cautelari, si soffermano su tutte le tipologie di misure incardinate nel libro quarto, titolo primo, capo terzo del codice di procedura civile, analizzando diffusamente il sequestro (sequestro giudiziario, conservativo, liberatorio) la denuncia di nuova opera e di danno temuto, i procedimenti di istruzione preventiva e i provvedimenti di urgenza. Inoltre, gli Autori trattano i provvedimenti cautelari in materia di separazione e divorzio, approfondendo anche le misure contro la violenza nelle relazioni familiari, che costituisce purtroppo un fenomeno in continua costante espansione. Ampio spazio viene dedicato alla materia dei provvedimenti cautelari relativi alle società, all’ arbitrato, alla proprietà industriale e alla tutela degli interessi collettivi dei consumatori.
Il libro, nella Parte Seconda, si occupa del processo amministrativo proponendo al lettore l’intero svolgimento del giudizio cautelare dal momento dell’instaurazione fino a quello centrale dell’esecuzione del rimedio concesso dal giudice. Si pongono in evidenza in modo particolare le “tradizionali” ordinanze di sospensiva: i presupposti per concederle (pregiudizio grave e irreparabile, fumus boni iuris), l’appello cautelare, la revocazione, la revoca, la modifica e infine l’esecuzione. Il libro riesce a sottolineare in maniera armonica tutte le innovazioni introdotte nel rito cautelare dalla legge 21 luglio 2000, n. 205, collocandole con chirurgica precisione nel tradizionale corpo processuale; pertanto, il lettore dispone di un’integrale visione del giudizio cautelare che si celebra innanzi al giudice amministrativo. Una particolare attenzione viene dedicata al deposito cauzionale, al passaggio dall’udienza cautelare a quella di merito, alla decisione di merito con sentenza in forma semplificata, alla liquidazione delle spese di giudizio, all’ingiunzione di pagamento, alle misure cauteri provvisorie. Infine, un capitolo è dedicato persino alla tutela cautelare ante causam nelle controversie sui contratti della pubblica amministrazione, sulle infrastrutture e sugli insediamenti produttivi strategici alla luce dell’art. 245, d. lgs. n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici).
Nella Parte Terza della pubblicazione si espongono le questioni attinenti ai provvedimenti cautelari nel processo amministrativo contabile. Dopo una esaustiva esposizione delle funzioni svolte dalla Corte dei Conti, viene trattato l’argomento dei provvedimenti cautelari adottabili nel processo contabile per responsabilità amministrativa dei pubblici dipendenti e degli amministratori come il sequestro conservativo e la conversione del sequestro conservativo in pignoramento. Si trattano pure i provvedimenti cautelari emessi dal giudice contabile nel corso del giudizio pensionistico come la sospensione della sentenza di primo grado pronunciata dalle sezioni regionali della Corte dei Conti, l’ingiunzione di pagamento provvisionale, il sequestro di somme illegittimamente percepite da terzi, il pagamento di una cauzione da porsi a carico della parte ricorrente. Completa la panoramica della Parte Terza del libro l’esame dei provvedimenti cautelari posti a garanzia patrimoniale del credito vantato da una pubblica amministrazione come la ritenuta cautelare ai sensi dell’art. 73, r.d. 18 novembre 1923, n. 2440 e dell’art. 1, l. 19 gennaio 1939, n. 295, l’ipoteca, il recupero e la riscossione del credito in via amministrativa attraverso le ritenute e con il pagamento rateale.
Nella Parte Quarta, gli Autori trattano dei provvedimenti cautelari nel processo penale, evidenziando le misure cautelari personali (interdittive, coercitive e custodiali), le misure pre – cautelari (fermo e arresto) ovvero le misure cautelari reali (sequestro preventivo, conservativo, probatorio) affrontando le numerose problematiche inerenti alle diverse forme di impugnazione. Una illuminante finestra viene molto opportunamente aperta sulle misure di prevenzione che vengono sistematicamente inquadrate, superando di slancio i numerosi e tradizionali ostacoli ottenendo una trattazione lineare ed organica. Si tratta di un complesso di norme che, riguardando le persone pericolose per la società, consentono l’adozione di provvedimenti amministrativi e in sede giudiziaria come il rimpatrio dei cittadini comunitari ed extracomunitari, la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, il divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive che interessano tutti i settori della nostra società dove, purtroppo, i problemi dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini risultano particolarmente gravi e a tutt’oggi non del tutto risolti, o, quantomeno, non fronteggiati con efficacia così come avviene in tutti i Paesi del continente europeo. Una analisi approfondita viene svolta dall’Autore sulle misure cautelari patrimoniali, come il sequestro per reati di mafia, il sequestro d’urgenza, la confisca e la sospensione della licenza di pubblici esercizi per motivi di ordine e sicurezza pubblica.
Infine, nella parte Quinta dell’opera l’Autore non si limita ad analizzare il processo tributario sotto l’aspetto cautelare: sospensiva, decreto cautelare d’urgenza, provvedimenti cautelari ex art. 700 c. p. .c, ma si sofferma anche sulla loro impugnazione e sul reclamo ex art. 669 – terdecies c. p. c., offrendo, inoltre, una completa panoramica del regime giuridico e della riscossione dei tributi ovvero delle diverse tipologie di sanzioni irrogabili nel campo tributario (sanzioni penali, civili e amministrative).
Il volume analizza tutte le diverse categorie di provvedimenti cautelari che trovano applicazione all’interno del processo civile, amministrativo, amministrativo – contabile, penale e tributario offrendo uno strumento completo che illustra al lettore le diverse ed articolate modalità di impiego di siffatti provvedimenti.
Si tratta di un integrale excursus che attualmente non si trova presente in alcun catalogo editoriale. Pertanto, con questo libro si intende colmare la lacuna riscontrata nelle pubblicazioni giuridiche riguardanti le misure cautelari.
Tra l’altro, spesso, sono proprio i provvedimenti cautelari che assicurano una immediata tutela degli interessi delle parti in causa, stante ancora una durata dei processi particolarmente lunga, nonostante l’inserimento del principio del giusto processo nella stessa Costituzione del nostro Paese e l’approvazione della L. n. 89 del 2001 sulla irragionevole durata dei giudizi processuali.
Il lavoro si connota per la presenza di un nutrito formulario di atti che accompagna ciascuna delle cinque parti del volume corredato da un CD che, oltre a riportare gli atti processauli, contiene i testi integrali delle sentenze citate dagli Autori. Il volume, supportato da un indice analitico sistematico strutturato per grandi voci e sottovoci, è connotato da particolari accorgimenti grafici (parole in neretto) inserite nel corpo dei singoli paragrafi e sottoparagrafi che costituiscono un pratico percorso di lettura ovvero una funzionale messa in evidenza di numerosi termini richiamati nell’indice analitico onde facilitare la già scorrevole consultazione dell’opera e la ricerca dei singoli istituti.
Il libro, caratterizzato dalla una natura interdisciplinare, si offre agli operatori giuridici (avvocati e magistrati) come un ausilio pratico ed operativo supportato da una “robusta” ed aggiornata casistica giurisprudenziale inerente soprattutto alle giurisdizioni superiori: Corte di Cassazione, civile e penale; Consiglio di Stato; Corte dei Conti e Commissione tributaria centrale.
La pubblicazione può essere utilizzata anche per la preparazione dei pubblici concorsi per il conseguimento della abilitazione all’esercizio della professione forense ovvero per accedere alle diverse magistrature: ordinaria, civile e penale, amministrativa e amministrativa – contabile.